LA GRANDE PASSIONE PER L'ARTE
01.03.2013 15:24
DAGLI ANNI ’60 AD OGGI
La grande passione per il disegno e la figurazione
…………Avevo 6 anni quando mio padre e mia madre lasciarono la famiglia patriarcale dei Cocchi situata a Biserno una frazione del comune di Santa Sofia in provincia di Forlì Cesena.
Durante il trasloco mi caricai sulla testa una sedia e seguii mio padre.
Nella nuova casa Vi era tra le altre una stanza molto grande che i miei utilizzavano poco, me ne appropriai e li mi ritiravo a disegnare prima e a dipingere poi.
I miei genitori non si sono mai opposti a questa mia passione anche quando facevo le due di notte e ancor più quando lasciai il lavoro di operaio che era fonte di sostegno per loro (che avevano poco), per tornare a scuola conseguire il diploma di Maestro d’Arte e successivamente trasferirmi a Firenze prima e a Milano poi per cercare nuovo lavoro compatibile con gli studi effettuati.
Lo zio Agostino faceva le sedie, lo vedevo fare le strutture in legno di ciliegio, ancora oggi ho nella memoria il profumo di quel legno e lo riconosco a distanza.
Non sapevo che poi le avrei più volte disegnate.
Disegno - La sedia - Disegno - Davanti alla finestra - Disegno - Marta recita l'Amleto -
…Disegnare rappresentare captare le emozioni tracciare il segno al posto del dire, del fare, rappresentare le cose, figurare il non visibile, scavare nel anima delle persone e rappresentarle nel loro intimo, senza parlare, disegnare un idea e renderla visibile, spiegarla tramite il disegno prima che essa prenda forma, creare armonia visibile, creare l’emozione tramite il segno e il colore questa è stata ed è la mia grande passione naturale. Un dono ricevuto.
………Il colore comunica. L’insieme di colori armonizzati esprimono emozioni, vibrazioni comunicano senza la rappresentazione figurativa. A me serviva qualcosa di più per rappresentare la realtà contemporanea.
Arrivano gli indiani Paesaggio in citta Cristo metropolitano Paesaggio francese Passaggio a livello
GLI ANNI ’80 E ‘90
In bilico tra astratto e figurativo
……..Gli anni ’80 sono anni di forte tormento in bilico tra il piacere della ricerca astratta con forme tutte personali e personalizzate con campi di colore e forme che accennano alla tridimensionalità e il forte piacere per il disegno e la figura dipinta mi portano ad eseguire sia lavori astratti che lavori di pittura figurativa vera e propria; preparando così la strada alla fusione tra pittura e scultura dominata da ampi campi di colore astratto e figure dipinte sia nella tridimensionalità scultorea che nella bidimensionalità pittorica.
Si conciliano e si armonizzano così le due forti esigenze alle quali non potevo rinunciare.
Non potevo servirmi solo della rappresentazione astratta per comunicare ed esprimere.
Mi serviva qualcosa d’altro. Riprendere la figurazione abbinata alle grandi campiture di colore per poter raccontare, rappresentare e denunciare la contemporaneità.
Ecco allora riaffiorare la lezione di Giotto e di Piero della Francesca.
Tutto questo per poter rappresentare meglio la realtà contemporanea.
Evidenziare e far rilevare il grande divario tra la ricchezza e la povertà.
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